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SAN PAOLO ALBANESE - (CASAL NOVO)

STEMMA
- D’oro alla figura di S. Paolo Apostolo al naturale”. (Giuseppe Gattini)

NOME
- A 800 m s. m. sul declivio dei monte Carnara (m 1284), è stato popolato tra il 1526 ed il 1534 da immigrati albanesi che conservano ancora la lingua ed il rito greco (TCI Bas. Cal. 357). Già Casalnuovo, ha assunto la denominazione di San Paolo Albanese con R. D. 26-3-1863 n. 1218, poi con R. D. 8-6-1936 n. 1312 si è chiamato Casalnuovo Lucano e con D. P. R. 12-2-1962 n. 78 nuovamente San Paolo Albanese, anche se nella dizione locale è detto ancora - casalnòve” (DETI 503). Il toponirno San Paolo ha origine agionimica; il patrono del paese è San Rocco (TCI Ann.)”.


PROFILO STORICO
- Il nome e l’arma di questa terra indicano chiaramente com’essa fosse surta sotto l’invocazione del grande Apostolo, e porta l’attributo
(Albanese) perché edificato per l’appunto dagli Albanesi nella prima metà del secolo XVI. Dapprincipio però fu chiamato Casalnuovo, e la sostituzione del nome rimonta ai primordii della terza Italia per distinguerlo da altri nove o dieci omonimi tuttora esistenti. Colgo poi qui occasione a ridire che 3 furono le immigrazioni degli Albanesi in Regno : la 1a ebbe luogo a tempi Aragonesi dopo la presa di Scutari dai Turchi nel 1464, allocandosi, per quel che riguarda la nostra provincia, principalmente in Barile alla contrada Scutariali, come si è detto ivi, ed anche in Matera dove fabbricarono un sobborgo nomato parimenti Casalnuovo. La 2a avvenne dopo la caduta di Cornone della Morea a tempo di Carlo V, circa il 1534, e questi popolarono Maschito, Brindisi di Montagna e Ginestra in quel di Ripacandida; e fabbricarono oltre questo Casale nello Stato di Noia in Basilicata, anche S. Costantino e San Chirico Nuovo presso Tolve. La 3a da ultimo parti dalla città Maina in piena epoca vicereale, verso l’anno 1647, e rifluirono principalmente in Barile ed in Maschito”.
(Giuseppe Gattini-1910)

- Fu fondata nella prima metà del XVI secolo, insieme alla vicina San Costantino Albanese, da una colonia di profughi albanesi, provenienti dalla città di Corone e di cui si conservano ancora oggi lingua, tradizioni e rito greco. Originariamente denominata Casalnuovo, assunse la denominazione attuale nel 1863, ma dal 1936 al 1962 si è chiamata Casalnuovo Lucano. Costituita nei territori del demanio regio dello stato di Noia (oggi Noepoli), mantenne sempre una certa autonomia e ai suoi coloni furono concessi trattamenti privilegiati nei contratti stipulati direttamente con la corona. Seguendo le vicende politiche e militari della regione, partecipò poi agli avvenimenti nazionali e internazionali della seconda metà dell'Ottocento e della prima del Novecento e risentendo dei problemi tipici di tutto il Mezzogiorno, tra i quali il brigantaggio e l'emigrazione.
Il suo patrimonio storico-architettonico non appare moito ricco, in esso: la chiesa parrocchiale e il palazzo Smilari, della prima metà del Seicento.


CARATTERISTICHE TERRITORIALI E SOCIO-ECONOMICHE
- Piccola comunità di montagna (è il comune più piccolo della Basilicata), di origini relativamente recenti e con un'economia di tipo agricolo. I Sanpaolesi, che presentano un indice di vecchiaia eccezionalmente elevato, sono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, il resto della popolazione è distribuito tra numerose case sparse. Il territorio disegna un profilo geometrico vario e irregolare, con variazioni altimetriche molto accentuate, e offre un panorama di indiscutibile fascino, con pendii ricchi di pascoli e vigneti e alture coperte di vegetazione boschiva. L’abitato, interessato da una forte espansione edilizia, ha un andamento piano-altimetrico tipico montano.
Si estende a sud-est della provincia, a confine con quella calabrese di Cosenza, tra Cersosimo, Noepoli, San Costantino Albanese, Terranova di Pollino e Alessandria del Carreto (CS). Situata a 63 km dal casello di Lauria Nord dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, è facilmente raggiungibile anche percorrendo la strada statale n. 481 della Valle del Ferro. Fa parte del Parco Nazionale del Pollino e della Comunità montana 'Val Sarmento'. Inserita nei circuiti turistici che gravitano intorno al Pollino, fa capo a Chiarornonte, Lagonegro e Lauria per il lavoro, il commercio, i servizi e le strutture burocratico-amministrative non disponibili sul posto.


DESCRIZIONE SCIENTIFICA DEL COSTUME
- Costume femminile festivo. Orecchini in oro: bottone ovale, pendente lavorato a traforo con ciondolo a goccia; collana a cinque fili di grani di corallo e di vaghi d'oro. Nastrini intrecciati ai capelli pendono sulla nuca. Giacca in velluto di colore blu, corta e attillata con gallone dorato allo scollo: maniche larghe, lunghe al gomito, bordate di gallone d'oro, sparati alti da cui fuoriesce la tela dell'ampia camicia bianca con alta balza ricamata alla scollatura quadrata. La gonna di velluto rosso, guarnita al fondo di doppia azzurra e di quattro giri di galloni dorati, si unisce a un bustino ridotto, guarnito anch'esso di galloni dorati, stretto sul davanti da cordoncini di seta; grembiule bianco con i lati festonati e finiti a smerlo. Calze rosse, scarpe di cuoio con tacco.
I - naturali - di Casalnuovo, informa Giustiniani, sono albanesi di rito greco. - Il territorio produce vini e celsi onde tra loro evvi qualche industria di far la seta, e vi sono dei pascoli per gli armenti, ch’è altro capo della loro industria”.


(Ricerche storiche, monumentali ed antropologiche di Vincenzo Falasca, Presidente I.R.S.A.B.
- Istituto Ricerche Storiche Archeologiche Basilicata - sede: 85050 Grumento Nova (Potenza), via Maiorino 117/bis.
Copyright riservato. E-mail: [email protected]

Autore: Vincenzo Falasca

 

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